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2 min

La Ballata della Caccia

Una battuta... particolare!

608 PB | Confine Segaiola/Spelonca

Sembrava l’ennesima serata pronta a spegnersi dopo tanta noia e qualche sorso di spirito di troppo a lo Rifugio di Caccia

 

Uno de li Veterani della Foresta, più alticcio di quanto sarebbe consono essere davanti a li propri subordinati, improvvisatosi bardo menestrello, iniziò ad intonare, si fa per dire, sgrammaticate canzoni che dipingevano immagini delle più gloriose imprese de li Veterani stessi.

 

Arrivò così a cantar de lo nostro giovane, irritabile quanto temibile capo.

Grosso errore pensai.

L’uscio si fece aperto, lo silenzio divenne lo unico amico delle nostre orecchie.

La figura di Fiona incombé sul Veterano come una volpe su un coniglio.

 

“Cos’è che vai cantando, buffone di un cacciatore?”

 

“Ehm… no, sai, Fiona” disse singhiozzando un poco per lo spirito un poco per lo terrore “avevo pensato che per i novellini fosse un buon insegnamento ascoltar….”

 

“AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH, sentirti cantare può essere al massimo una punizione! Sarò io stessa a narrar le vicende che portaron a la storica alleanza tra la gloriosa Segaiola e la nobile Spelonca.

AHAHAHAHAHAH UN BOCCALE DI CERVOGIA! E TU, CARO QUANTO STONATO AMICO, SUONA PER ME! 

AHAHAHAHAHAHA”

 

Il Veterano, contagiato da lo buon umore de lo suo capo, iniziò a strimpellare, rivelandosi invero musicista più abile di quanto non fosse come cacciatore.

La taverna era in delirio, Fiona fece gentilmente cenno con la mano libera di abbassare i toni, per poter meglio udire la ballata che aveva intenzione di intonare.

“Lo confino pattugliavo tutto il dì 

Una bestia brutta e sporca comparì 

Allor presi lo mio allungo 

Le cui frecce spesso ungo 

E con fare quatto quatto la colpì 

 

Ma la bestia assai tenace proseguì

Fino a quando lo veleno la ferì

Allor presa dalla fretta 

Questa strana cavalletta 

Lo gran fiume superò e poi fuggì  

 

La foresta alla vallata allor si aprì

Ma la bestia non la smise di fuggir 

Così presi ben la mira 

La mia arte sopraffina 

Ma l’attesa questa volta mi puní

 

Da lì colli una figura comparí

E con un gran cazzottone la colpí 

Col suo fare assai regale 

E una forza colossale

La bestiaccia senza testa lasciò lì ” 

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